Identificazione merci nella logistica: dallo scalpello nelle Cave Romane al Tag-RFID

un Tag RFID ed un Micro QR-Code

La necessità di identificare le merci in transito ed a magazzino è legata all’esigenza di:

-          tracciare la spedizione con precisione

-          valorizzare la giacenza: inventario e reportistica

-          evitare rotture di stock: la merce che si pensa essere disponibile in realtà non lo è

-          migliorare la gestione ottimizzando i costi

Le testimonianze arrivate sino a noi dalle epoche antiche mostrano scritte con vernici o codici scolpiti nel materiale per identificare i blocchi di pietra nei cantieri da costruzione della Roma antica.

Storicamente l’etichetta in cartoncino aveva un foro rinforzato con un occhiello in ottone ed uno spago con cui annodarla all’articolo o al contenitore. In alternativa l’etichetta cartacea veniva applicata con colle a base di gomma naturale o caseina. Le informazioni venivano scritte a mano o stampate. Tutte le informazioni andavano rilevate dall’operatore che le annotava sui registri.

 

L’informatica fu la prima rivoluzione alla fine degli anni ‘70: da libri cartacei si passo agli archivi elettronici ma la registrazione dei dati restava manuale. Il vantaggio in ogni caso era enorme: la giacenza era sempre disponibile “al tocco di un tasto”. Compaiono i primi sistemi di riordino automatico: se la giancenza scende sotto il livello previsto il calcolatore prepara automaticamente la copia-commissione da inviare al fornitore. 

 

Troviamo la seconda rivoluzione alla fine degli anni ’80 con l’introduzione dei CODICI a BARRE: un codice numerico stampato sulla confezione, 12 cifre + 1 cifra di controllo per la più diffusa tipologia EAN13, identifica univocamente il prodotto partendo dalla nazione dove è stato prodotto, il produttore ed il prodotto; i codici EAN sono normati e vengono assegnati da un organismo nazionale.

I magazzini possono sempre creare dei codici non normati per uso interno, da stampare su etichette adesive da applicare sugli imballi, ma il loro utilizzo è locale. Tutti i codici possono essere rilevati tramite un lettore apposito che rileva la presenza e lo spessore degli spazi bianchi e le barre nere.

Una versione più evoluta è il Codice Bidimensionale o a Matrice, la cui versione più popolare è il QR Code (abbreviazione di Quick Response). Fu sviluppato e brevettato negli anni ’90 dalla Denso Corporation, di proprietà della casa automobilistica giapponese Toyota, nell’ottica di avere una gestione dello stabilimento a zero errori. Nel 1999 decisero di renderlo disponibile come “licenza libera” decretandone il successo mondiale grazie alla diffusione dei cellulari con videocamera e connessi alla rete 4G.

Ogni QR-Code può contenere fino a 7.000 caratteri numerici o 4.000 caratteri alfabetici latini o 1.800 Kanji giapponesi per un totale di 2^23624 combinazioni (3,4 con oltre settemila zeri): la complessità del QR, la necessità di lettori ottici avanzati e la mole di informazioni che contengono ne hanno fatto uno strumento perfetto per fornire informazioni agli utenti in alternativa a supporto fisico. Il QR Code raramente viene utilizzato in logistica; in ambito produttivo si stanno diffondendo i Micro QR Code che contengono fino a 25 caratteri alfanumerici e sono più semplici da leggere anche se di piccole dimensioni.

Vantaggi innegabili dei codici a barre / bidimensionali:

-          per il cliente finale: velocità e precisione delle attività di cassa; possibilità di accedere ad informazioni sul prodotto online e procedere al check-out in modo autonomo

-          riduzione dell’errore umano: il dato viene letto dalla macchina anziché inputato manualmente

-          riduzione delle attività legate all’inventario, alle fasi produttive ed alla logistica

-          tempi di formazione del personale ridotti

 

La terza rivoluzione avviene all’inizio del secolo con i RFID: acronimo di Radio-Frequency Identification, è una tecnologia che identifica e registra i dati contenuti in delle etichette, dette Tag RFID, che accompagnano il prodotto durante tutta la catena logistica.

Il sistema funziona con il principio del transponder: il lettore invia un segnale in radiofrequenza e l’etichetta risponde con un altro segnale che contiene le informazioni che sono state programmate al suo interno.

L’etichetta è di dimensioni ridotte ed ha un costo ridotto ma offre vantaggi enormi rispetto al codice a barre / QR code:

-          non è richiesto che lettore ed etichetta siano posizionati uno fronte all’altro: la merce può rimanere nell’imballo

-          è più veloce del sistema ottico, soprattutto per grandi numeri

-          migliora l’efficienza facilitando al contempo le attività dell’operatore

-          riduce la possibilità di errori causati da doppie letture o mancate letture

Le etichette RFID sono di 2 tipi:

-          Passive: possono essere programmate per dare l’informazione come, per esempio, codice articolo, data produzione e poco altro. La capacità di memoria è limitata e l’etichetta si attiva solo quando riceve il segnale dal lettore. Molto semplici, dal costo di pochi centesimi, normalmente sono usa-e-getta, sono operative per un tempo teoricamente indefinito ma il rilevamento non funziona attraverso metalli o liquidi.

-          Attive: hanno una batteria interna che permette di raccogliere dati periodicamente (ad. esempio: temperatura, accelerazioni). Più sofisticate e costose, ingombranti, conviene riutilizzarle, il segnale trasmesso è più potente quindi riduce il rischio di interferenza e degrada meno in presenza di metalli o liquidi.

Il lettore RFID è un dispositivo che da una parte dialoga con le migliaia di etichette RFID nel magazzino e dall’altra invia dati in tempo reale al sistema informatico aziendale che, tramite un software gestionale, li elabora e li mette a disposizione delle varie funzioni aziendali.

Concepite inizialmente per l’area logistica, i sistemi RFID sono stati introdotti nell’area clienti dei grandi punti vendita: l’etichetta accompagna il prodotto dalla sua produzione al magazzino centrale, al centro distributivo regionale al punto vendita.

Le funzionalità aggiunte, oltre a quelle classiche del sistema RFID che abbiamo già visto, sono quella di gestione e controllo dei volumi nelle corsie, sistema di pagamento self service velocissimo (basta mettere gli articoli in un contenitore), prevenzione furti ed aumento della soddisfazione del cliente.

 

Caso di Studio

Nel 2015 una nota catena francese di articoli sportivi ha introdotto la gestione integrata su larga scala con RFID di tipo passivo.

Implementato dopo 5 anni di prove su scala ridotta, il cambiamento ha coinvolto il 100% degli articoli trattati in 40 centri distributivi regionali e 900 punti vendita. Il potere d’acquisto della catena internazionale ha permesso di imporre lo standard alle centinaia di fornitori di prodotto a marchio proprio che arriveranno a magazzino con le etichette su supporto cartaceo applicate in posizioni “difficili” da individuare e manomettere.

Nel caso di prodotti commerciali, sprovvisti di Tag RFID all'ingresso, le etichette vengono stampate, codificate ed applicate a cura dei centri di distribuzione. L'azienda ha verificato che il modulo continuo permette miglioramento di lavorabilità dell’etichetta impegnando al contempo meno volume.

Prima della spedizione dal centro di distribuzione ai punti vendita tutte le scatole scorrono su una rulliera attraverso un “tunnel RFID” con lettori multipli in modo da evitare errori di rilevamento.

I risultati sono stati molto positivi e, dai comunicati stampa delle aziende coinvolte, si evince che grazie all’applicazione di etichette RFID a tutti gli articoli presenti nei negozi i risultati raggiunti sono:

-          Possibilità di procedere ad un inventario completo ogni 1 – 4 settimane, in funzione della tipologia di punto vendita, anziché ogni 6 mesi permessa con sistema ottico.

-          Durante l’inventario nel punto vendita i prodotti restano sempre disponibili (non è necessario bloccare le corsie) ed il numero di addetti coinvolti è inferiore. Le aziende informano che il sistema RFID permette di completare un inventario della merce sugli scaffali del punto vendita in un tempo 5 volte inferiore rispetto ai lettori ottici.

-          Rotture di stock minimizzate e – conseguentemente – riduzione delle mancate vendite causa prodotto non disponibile.

-          Ottimizzazione delle scorte, diminuzione dell’impatto dell’errore umano e controllo completo della catena di distribuzione in tempo reale.

-          Facilita della gestione da parte degli operatori e minori costi per il loro addestramento.

-          Il pagamento self-service automatizzato è più veloce: le code alla cassa sono ridotte anche in caso di grande affluenza, migliorando l’esperienza di acquisto.

-          L’etichetta RFID funge anche da antitaccheggio.

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